Scanner Intraorali e Impianti All-on-4: Chi Vince la Sfida della Precisione?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di una cosa che sta rivoluzionando il nostro mondo, quello dell’odontoiatria: le impronte digitali. Diciamocelo, chi non ricorda (con un brivido) le vecchie paste da impronta? Oggi, grazie agli scanner intraorali (IOS), tutto è più veloce, comodo e, si spera, preciso. Ma quanto preciso? Soprattutto quando ci troviamo di fronte a casi complessi come le riabilitazioni “All-on-4” su impianti.
Proprio su questo tema, mi sono imbattuto in uno studio *in vitro* molto interessante che ha messo alla prova tre diversi scanner intraorali su un modello di mascella edentula con impianti posizionati secondo il concetto “All-on-4”. L’obiettivo? Capire quale fosse il più accurato. E i risultati, ve lo anticipo, non sono scontati!
Il Concetto “All-on-4”: Una Sfida per la Precisione
Prima di tuffarci nei risultati, rinfreschiamoci la memoria sul concetto “All-on-4”. Ideato da Paulo Malo, permette di riabilitare un’intera arcata edentula con solo quattro impianti. Due anteriori, dritti, e due posteriori, inclinati (spesso a 30° o 45°) per sfruttare al meglio l’osso disponibile, evitare strutture anatomiche delicate (come il seno mascellare) e ridurre i cantilever protesici. Una soluzione geniale, ma che presenta delle sfide uniche quando si tratta di prendere l’impronta, specialmente quella digitale.
Perché è difficile? Beh, in un’arcata edentula mancano i denti, che di solito fungono da punti di riferimento per lo scanner. In più, i tessuti molli, la possibile presenza di saliva (anche se qui parliamo di uno studio *in vitro*, in clinica è un fattore!) e l’inclinazione degli impianti posteriori possono mettere a dura prova la capacità dello scanner di “cucire” insieme le immagini acquisite (il famoso *stitching*) in modo accurato. E un’impronta imprecisa, capiamoci, porta a una protesi che non calza perfettamente, con tutti i problemi meccanici e biologici che ne conseguono.
L’Esperimento: Tre Scanner a Confronto
Lo studio ha preso un modello mascellare edentulo, stampato in 3D, e ci ha inserito quattro analoghi implantari: due dritti nella zona dei canini e due inclinati a 30° distalmente nella zona dei secondi premolari. Su questi analoghi sono stati avvitati degli *scan body* in PEEK (quel materiale plastico che gli scanner “vedono” bene).
Questo modello super preciso è stato poi scansionato con uno scanner da banco ad altissima definizione (un Eos X5), che ha funto da “verità assoluta”, il nostro riferimento (il file STL di riferimento).
Poi, sono entrati in gioco i tre contendenti, scanner intraorali che utilizzano tecnologie diverse:
- Trios 3 (3Shape): Basato sulla microscopia confocale a luce strutturata.
- Medit I700 (Medit): Basato sulla tecnologia di triangolazione.
- Launca DL-202 (Launca): Anch’esso basato sulla triangolazione.
Ogni scanner ha eseguito sette scansioni del modello, seguendo un protocollo standardizzato per minimizzare le variabili. Un operatore esperto ha eseguito tutte le scansioni in condizioni di luce controllata.

Accuratezza: Trueness e Precisione Sotto la Lente
Per valutare l’accuratezza, lo studio ha misurato due parametri fondamentali:
- Trueness (Veridicità): Quanto la scansione digitale si avvicina al modello di riferimento (quello ottenuto con lo scanner da banco Eos X5). In pratica, quanto è “vera” la scansione.
- Precision (Precisione): Quanto sono simili tra loro le diverse scansioni effettuate con lo stesso scanner. In pratica, quanto è “ripetibile” e costante lo scanner.
Utilizzando un software di ingegneria inversa (Geomagic Control X), i ricercatori hanno sovrapposto le scansioni degli IOS a quella di riferimento (per la trueness) e le scansioni di ogni IOS tra di loro (per la precisione), misurando le deviazioni in micrometri (µm).
I Risultati: Chi Ha Vinto?
E qui arriva il bello! I risultati hanno mostrato differenze significative.
Per quanto riguarda la trueness (la veridicità):
- Trios 3: Ha mostrato una deviazione media di 38 µm.
- Medit I700: Ha registrato una deviazione media di 44 µm.
- Launca DL-202: Ha avuto la deviazione maggiore, ben 229 µm.
Statisticamente, non c’era differenza significativa tra Trios e Medit, entrambi molto più “veritieri” del Launca.
Per quanto riguarda la precision (la ripetibilità):
- Trios 3: È risultato il più preciso (minor deviazione tra le scansioni ripetute).
- Medit I700: Molto vicino al Trios, senza differenze statisticamente significative in molte misurazioni.
- Launca DL-202: Ha mostrato la deviazione maggiore anche qui, con una media di 125 µm, risultando significativamente meno preciso degli altri due.
Un dato interessante emerso è che il Trios è riuscito a scansionare gli impianti posteriori inclinati con la stessa accuratezza di quelli anteriori dritti, cosa non scontata. Medit e Launca, invece, hanno mostrato qualche difficoltà in più proprio sugli impianti inclinati o nelle zone inter-impianto più strette, forse anche a causa delle dimensioni della testina dello scanner.

Tecnologia o Design? Cosa Conta Davvero?
Una delle conclusioni più affascinanti dello studio è che la tecnologia di acquisizione in sé (microscopia confocale vs. triangolazione) potrebbe non essere l’unico fattore determinante per l’accuratezza. Infatti, Medit (triangolazione) si è comportato in modo molto simile a Trios (confocale) in termini di trueness. Launca, pur usando la triangolazione come Medit, ha performato decisamente peggio.
Questo suggerisce che altri fattori, come il design dello scanner (dimensioni della testina, ergonomia) e forse anche gli algoritmi di ricostruzione dell’immagine utilizzati dal software, giochino un ruolo cruciale, specialmente in casi complessi come l’All-on-4 edentulo. La performance inferiore del Launca, secondo gli autori, potrebbe essere attribuita a un design meno recente della testina e del corpo dello scanner.
Cosa Portiamo a Casa da Questo Studio?
Anche se si tratta di uno studio *in vitro* (e quindi con dei limiti, come l’assenza di saliva, movimenti della lingua e delle guance), ci dà indicazioni preziose.
- Non tutti gli scanner sono uguali: Specialmente quando si affrontano casi complessi come l’All-on-4, la scelta dello scanner intraorale può fare una differenza significativa sull’accuratezza dell’impronta digitale.
- Trios e Medit I700 performano bene: In questo specifico setup *in vitro*, entrambi hanno mostrato livelli di accuratezza (trueness e precision) elevati e clinicamente accettabili per la maggior parte delle applicazioni. Trios ha mostrato un leggero vantaggio, soprattutto nella gestione degli impianti inclinati.
- L’accuratezza è fondamentale: Un’impronta precisa è il primo passo per una protesi che calzi a pennello, garantendo successo a lungo termine ed evitando complicazioni.
- Oltre la tecnologia: Bisogna considerare anche il design dello scanner e come questo interagisce con la specifica situazione clinica (es. spazi inter-impianto, angolazioni).
Insomma, la rivoluzione digitale è inarrestabile e offre vantaggi enormi, ma come professionisti dobbiamo scegliere i nostri strumenti con consapevolezza, basandoci su evidenze come quelle emerse da questo studio. La precisione, soprattutto in implantologia, non è un optional!
E voi, che esperienze avete con diversi scanner intraorali su casi All-on-4? Fatemelo sapere!

Fonte: Springer
