Fotografia dinamica di un arco a C in movimento attorno a un paziente in sala operatoria, catturando l'azione con una leggera sfocatura di movimento per trasmettere la tecnologia in uso. Teleobiettivo zoom 100-400mm, velocità dell'otturatore moderata per bilanciare movimento e dettaglio, luce ambientale della sala operatoria.

Arco a C in Sala Operatoria: Alleato Prezioso per la Nostra Colonna Vertebrale?

Amici della scienza e della schiena dritta! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi sta particolarmente a cuore, un tema che tocca le fondamenta del nostro benessere fisico: l’allineamento della colonna vertebrale. E più specificamente, di come noi chirurghi cerchiamo di fare del nostro meglio durante interventi complessi come le fissazioni lombari. Sapete, ottenere un allineamento globale ottimale, specialmente a livello del bacino, è un po’ come trovare la quadratura del cerchio: è il fattore più importante per il successo di queste operazioni. E per farlo, abbiamo bisogno di misurazioni precise, precisissime, degli angoli di correzione, proprio lì, sul tavolo operatorio.

La Sfida delle Misurazioni in Diretta

Immaginate la scena: siete in sala operatoria, il paziente è in posizione prona, e dovete decidere come correggere la sua colonna. Non è mica facile! Per anni ci siamo affidati a diversi strumenti, ma uno dei protagonisti indiscussi è l’arco a C, quella macchina a raggi X mobile che ci permette di “vedere” dentro il paziente durante l’intervento. Ma quanto è davvero accurato questo fedele compagno di sala operatoria quando si tratta di misurare parametri cruciali come l’incidenza pelvica (PI) e la lordosi lombare (LL)? E come si confrontano queste misurazioni “in diretta” con quelle, considerate gold standard, ottenute con la radiografia EOS a paziente in piedi, dopo l’intervento? Bella domanda, vero? È proprio quello che ci siamo chiesti in un nostro recente studio.

L’incidenza pelvica, per chi non lo sapesse, è un parametro morfologico individuale, un po’ come un’impronta digitale del nostro bacino. Non cambia con la posizione del corpo e ci dà informazioni fondamentali sulla sua forma. La lordosi lombare, invece, è la curva naturale che la nostra schiena fa a livello delle vertebre lombari. Mantenere un rapporto armonico tra questi due parametri è la chiave per una schiena equilibrata e per evitare dolori e problemi futuri.

Il Nostro Studio: Arco a C vs. EOS

Così, tra il 2020 e il 2022, abbiamo arruolato 59 pazienti candidati a fissazione lombare nel nostro centro medico. Per ognuno di loro, abbiamo misurato l’incidenza pelvica e la lordosi lombare in tre momenti: prima dell’intervento, durante l’intervento con l’arco a C (mentre il paziente era prono) e dopo l’intervento con la radiografia EOS (con il paziente in piedi). L’età media dei nostri partecipanti era di circa 55 anni, e la maggioranza (il 71,2%) erano donne.

Per misurare gli angoli durante l’operazione con l’arco a C, abbiamo usato delle tecniche specifiche. Se l’intera area di fusione lombare era visibile sul monitor, calcolavamo l’angolo di lordosi lombare con un’app specifica, SURGIMAP. Se invece non era tutta visibile, facevamo una “spot view” dell’inizio della fusione, azzeravamo l’angolo con l’app “Measure” del nostro smartphone (dopo averne verificato l’accuratezza con un goniometro, ovviamente!), e poi spostavamo l’arco a C parallelamente fino alla fine della fusione, mantenendo la stessa distanza e angolazione, per poi fare un’altra “spot view” e calcolare la LL. Una procedura un po’ macchinosa ma necessaria! Per l’incidenza pelvica, sempre con l’arco a C e paziente prono, facevamo una radiografia della regione pelvica in modo da vedere bene il sacro e le teste dei femori, e poi via di SURGIMAP. Dopo l’intervento, tutti i pazienti facevano un’EOS dell’intera colonna, e misuravamo di nuovo PI e LL con lo stesso metodo.

Fotografia di un moderno blocco operatorio, un chirurgo concentrato osserva il monitor di un arco a C durante un intervento di fissazione lombare. Obiettivo prime, 35mm, illuminazione controllata e precisa, profondità di campo per mettere a fuoco l'equipe medica e l'attrezzatura.

Una cosa importante: durante le misurazioni intraoperatorie, abbiamo deliberatamente evitato di fare correzioni posturali con il tavolo operatorio. Volevamo che l’allineamento fosse stabile e consistente, per avere dati affidabili.

I Risultati: Una Sorpresa Gradita!

Ebbene, i risultati sono stati davvero interessanti e, per certi versi, rassicuranti!

  • Per l’incidenza pelvica (PI), ragazzi, i risultati sono stati quasi gemelli! La media con l’arco a C era 54.57 gradi, e con l’EOS 54.83 gradi. Una differenza statisticamente insignificante (P=0.9). E la correlazione tra le due misurazioni? Un solidissimo 0.97! Praticamente la stessa cosa.
  • E la lordosi lombare (LL)? Anche qui, una somiglianza notevole. La media con l’arco a C era leggermente più alta (circa 2 gradi in più) rispetto all’EOS, ma anche questa differenza non era statisticamente significativa (P=0.44). La correlazione? Addirittura 0.99, quasi perfetta!

In pratica, per entrambi i parametri, i valori ottenuti con l’arco a C durante l’intervento erano incredibilmente simili a quelli stimati con l’EOS dopo l’operazione. Questo significa che l’arco a C, uno strumento che abbiamo sempre a portata di mano in sala, può misurare questi valori con un’accuratezza elevata.

Cosa Significa Tutto Questo?

Quel piccolo scarto di circa 2 gradi in più per la lordosi lombare misurata con l’arco a C rispetto all’EOS è probabilmente dovuto alla differenza di posizione del paziente: prono durante l’intervento, in piedi per l’EOS. È normale che la gravità e la postura eretta modifichino leggermente le curve spinali. Ma la cosa fondamentale è che questa differenza non è risultata statisticamente rilevante, e i due metodi hanno fornito stime molto simili.

Questi risultati sono importanti perché, come dicevo all’inizio, ripristinare un corretto allineamento sagittale è cruciale. Se possiamo fidarci delle misurazioni fatte con l’arco a C durante l’intervento, possiamo essere più sicuri delle correzioni che stiamo apportando in tempo reale. Questo migliora la nostra fiducia nell’accuratezza dei risultati post-operatori e, in ultima analisi, supporta decisioni cliniche migliori. Sapere che l’arco a C è affidabile ci permette di guidare e confermare l’allineamento mentre siamo ancora “ai ferri corti”.

Certo, il nostro studio ha avuto qualche piccola debolezza, come ogni ricerca. Ad esempio, abbiamo esaminato solo PI e LL, e forse altri parametri avrebbero potuto dare un quadro ancora più completo. E anche se il campione di 59 pazienti è buono, studi futuri con campioni ancora più grandi potrebbero affinare ulteriormente i risultati. Ma la forza del nostro lavoro, credo, stia nell’aver confrontato per la prima volta in modo così diretto l’arco a C e l’EOS per questi specifici parametri in un numero adeguato di pazienti.

Immagine macro ad alta definizione di due radiografie spinali affiancate, una da arco a C e una da EOS, con angoli di lordosi lombare e incidenza pelvica evidenziati. Illuminazione da studio controllata per massimizzare i dettagli delle misurazioni angolari. Obiettivo macro 100mm.

In Conclusione: Un Alleato Affidabile

Quindi, tornando alla domanda iniziale: l’arco a C è un alleato prezioso? Assolutamente sì! Ha dimostrato un’elevata accuratezza nel misurare l’incidenza pelvica e la lordosi lombare. Quel piccolo scarto di 2 gradi sulla LL intraoperatoria rispetto all’EOS è qualcosa che noi chirurghi possiamo tenere a mente per affinare ulteriormente le nostre correzioni. L’arco a C si conferma uno strumento comodo, accessibile e, soprattutto, preciso per guidarci nelle complesse chirurgie della colonna vertebrale. E questo, amici miei, è un’ottima notizia per tutti noi che puntiamo a ridare ai nostri pazienti una schiena forte e ben allineata!

Fonte: Springer

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